La Galleria Ca' d'oro ha aperto dal maggio 2000 una filiale nella città di Berlino prima nel Quartier 206 sulla Friedrichstrasse ed attualmente ad Hackescher Market

A Berlino ha organizzato numerose mostre, tra le quali la collettiva No soap no hope e la mostra di sculture di J. Seward Johnson Jr.



Interno della galleria



BERLINO
COLLETTIVA al KPMG
a cura di Gloria Porcella

6 novembre 2003

Sarà presente l'Ambasciatore italiano Silvio Fagiolo

 

KPMG Niedrelassung
Kurfurstendamm 207-208
Berlino

 

Opere di:


Ennio Calabria ::: scheda artista

Massimo Catalani ::: scheda artista

Angelo Colagrossi
::: scheda artista

Alfredo Rapetti ::: scheda artista

 


Ada Mazzei

Berlino

2000

Scheda dell'artista >>

Nel «giardino della pittura» di Ada Mazzei non vi sono fiori delicati o dai colori tenui, perché le tinte calde sono in sintonia con il suo stato d'animo: tra i colori «il rosso mi emoziona», ammette, ed anche nel bianco di una calla lei evidenzia il giallo, indotta in ciò pure dalla luce della sua terra, alla cui luminosità meridiana ella dipinge, finché è possibile, preferendola alla luce artificiale.


Lorenzo Tornabuoni

10178 Berlino - Hackescher Markt, 2/3

Scheda dell'artista >>

Presentazione:
Nella pittura di Tornabuoni ogni cosa è essenziale, il corpo, il gesto, lo spazio, quel poco di fondo, quell'accenno di cielo, di parete, di atmosfera. Ma questo suo mondo glorioso e maliconico, questa forma essenziale e luminosa, conoscono un'insidia: è il non finito, il punto dove la pittura sembra non portata a termine, dove la forma sembra esaurirsi in un accenno, il punto di frantumazione, di assenza; è quello lo spiraglio attraverso il quale si insinua il tragico.





Rossella Leone

Berlino

in collaborazione con l'Istituto italiano di cultura di Berlino, il Comune di Palermo, il Goethe Institute di Palermo e la Societa' del gruppo Benetton, Sisley




Lola-Lola 1996




Circo: OP-LA'! 1996

Alice Gombacci
Spettacolo Dipinto

Berlino

Scheda dell'artista >>


Presentazione:
Aria, vento, brezza di mare soffia sulla bambola - bambina - marionetta che riassume con le sue rotondila rituali la leggera posizione dell'emblema femminile sula terra. Ecco un quadro - uno dei tanti - dove la sfera del corpo e il segno circola-re dei seni di una Demetra della fantasia tracciano un profilo sintomatico. E' una tiologia che si colloca a metà tra l'amuleto e il nume tutelare. I fantocci animati dal soffio lieve di Alice Gombacci sono la proiezione di una fiaba lunga, come una ricorrente nenia popolare che rifà il verso alla vita stemperandone gli accenti di dolore e di tragedia.


Federika Ponetti

Fabiana Roscioli



Renate Wiendmann





Schumacher & Joanas

Bar & Knell Design

Pippo Altomare



AICA
(associazione italiana cultura e arte)

Celestina Avanzini

No Soap No Hope
Berlino - Galleria Ca' d'Oro - Hackescher Markt, 2-3

19 novembre 2000


Presentazione:

Grazie alla collaborazione di varie istituzioni pubbliche - da parte italiana l'Istituto Italiano di Cultura di Berlino e da parte tedesca la galerie weisser elefant (Kulturamt Berlino Mitte) e di privati amanti dell'arte, Sisley, w 3 interactive e Bar Centrale in Jàgerstrasse a Berlino Mitte, siamo riusciti ad unire due diverse culture su di un unico tema: il Sapone.

Un materiale che, in questi ultimi anni, ha riscoperto una diversa funzionalità e che viene realizzato in più di mille diverse forme e colori.

Ci è sembrato doveroso quindi dedicare al sapone un'attenzione speciale e, grazie al talento di ventuno artisti italiani e tedeschi, siamo orgogliosi di presentarvi la mostra "No Soap, No Hope" che si esprime cogliendo i differenti spunti creativi attraverso sculture, dipinti, video ed installazioni tra cui - grazie alla straordinaria partecipazione di Cicciolina un'originalissima installazione vivente nella vasca da bagno.

 

 

 






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Le sculture in Bronzo di
J. Seward Johnson

Berlino

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Replicanti e tecnorealismo

Le sculture di Johnson sono figurative, ma sono soprattutto innovative e modernissime per caratteristiche tecniche.
Sono bronzi realizzati nella fonderia di Mercerville con procedimenti assai complessi, con l'impiego di circa settanta persone nel corso delle varie fasi preparative.
... queste statue dal formato e dalle foltezze sorprendentemente umane che vorrebbero mischiarsi a noi, vivere negli stessi luoghi che noi frequentiamo.
Giorgio Di Genova ha giustamente sottolineato la naturalitas del popolo bronzeo di Johnson, evidenziando l'immediatezza comunicativa dei "Replicanti"; svilupperei ulteriormente l'argomento osservando che l'aspetto delle statue è senza dubbio "naturalissimo " anche se ci sorprende la tecnica usata per la sua artificiosità, quasi che si trattasse di materiali e procedimenti che vengono dal futuro piuttosto che dal presente.

In questa ambigua, sottilmente contraddittoria dialettica tra natura e artificio è contenuta molta dell'efficacia dei Replicanti: subito ci attraggono perché sono fatti esattamente come noi, hanno le nostre stesse pose, ci invitano ad instaurare con loro rapporti confidenziali; poi, ci allontanano con la loro strepitosa perfezione materica, come se si compiacessero di averci illuso, e allora avvertiamo un improvviso, intenso disagio nell 'ammirare un "doppio " che non è uguale a noi, che è forse meglio di noi...

Vittorio Sgarbi
(dalla presentazione al volume
Le sculture in bronzo di J Seward Johnson, Jr)

 

Mirror images and techno-realism

Johnson's sculptures are representational, but above all they are innovative and extremely modern in their technology.
They are bronzes executed by the artist with very complex procedures. Particularly meticulous is the coloring of the metal, obtained through a very remarkable number of layers of color, and the intricate textures the surfaces.

These sculptures in a human form and with surprisingly human features that would like to intermingle with us, to inhabit the same spaces that we ourselves frequent.

Giorgio Di Geneva has correctly emphasized the naturalitas of Johnson's bronze people, pointing out the communicative immediacy of the "Replications". Indeed, I would like to further develop the argument observing that the appearance of the sculptures is without doubt "naturalism" even if the technique used is surprising because of its technical sophistication artificiality.

It's almost as if these were materials and procedures coming to us from the future rather than the present. In this ambiguous, subtly contradictory dialectic between nature and artifice lies a great deal of the effectiveness of the replications: they appeal to us immediately because they are made exactly as we are, they have our same poses; they invite us to enter into a confidential relationship with them and then they send us away again with the resounding perfection of their material.
It is as if they took delight in having fooled us, and now we are aware of an unexpected, intense embarrassment in admiring a "double" that is not like us, that is perhaps better than we are...

Vittorio Sgarbi
(from the presentation of
Le sculture in bronzo di J Seward Johnson, Jr)

Vittorio Sgarbi