Kings of Pop: Andy Warhol/Romero Britto

barbara | febbraio 5th, 2014 - 22:46

Kings of Pop: Andy Warhol / Romero Britto, questo il titolo della mostra – curata da Gloria Porcella e Lamberto Petrecca – che inaugura il nuovo spazio espositivo della Galleria Ca’ d’Oro in via del Babuino 53.

Per la prima volta insieme. La mostra unisce in anteprima mondiale i due big della Pop Art: Andy Warhol (Pittsburg 1928-New York 1987), che ne è in qualche modo fondatore e padre storico per antonomasia, insieme a Romero Britto (Recife 1963) che oggi ne è senz’altro uno degli epigoni più acclamati.

Un’arte nata in Inghilterra negli anni Cinquanta e definitivamente esplosa negli USA nei decenni successivi, dal linguaggio diretto, ispirato alle immagini diffuse da mass media e pubblicità da cui gli artisti prendono a prestito innumerevoli soggetti. Arte perfettamente inserita nella società dei consumi americana, in grado di rispondere chiaramente ai suoi nuovi e continui stimoli, tanto da essere definita Pop, popolare, nell’accezione di arte di massa.

Nuovi soggetti, nuovo linguaggio, nuove tecniche. Pop artists come C. Oldenburg, R. Indiana, J. Johns e R. Rauschenberg, hanno esercitato un ruolo rivoluzionario non solamente su un piano iconografico bensì sul piano tecnico con l’introduzione e la compenetrazione di tecniche non tradizionali nel campo pittorico e scultoreo.

Andy Warhol si esprimeva attraverso la pittura, la grafica e il cinema. Iniziò il suo percorso artistico studiando al Carnegie Institute of Technology stabilendosi nel 1949 a New York dove iniziò a lavorare come grafico ottenendo presto i suoi primi riconoscimenti. Sono del 1961 le prime serigrafie ispirate ai fumetti e alcune immagini ispirate da prodotti commerciali elaborate in serie – quella dei barattoli Campbell è sicuramente tra le più note – confermando come il linguaggio della pubblicità avesse ormia contribuito all’uniformità del gusto del pubblico, portando in questo modo alle estreme conseguenze il concetto di riproducibilità dell’opera d’arte, teoria affrontata già dal semiologo tedesco Walter Benjamin nel suo celebre saggio “l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Warhol fondò una vera e propria fabbrica, la Factory, creando una nuova immagine dell’artista fondendo la genialità artistica con gli studi di mercato.

Un percorso simile segue successivamente Romero Britto, pittore, scultore e serigrafo, definito dai critici il Warhol del 2000. L’artista brasiliano reinterpreta il concetto dell’arte pop, desiderando realizzare un’arte a portata di tutti, che possa raggiungere tutti, come lo era stata quella di Warhol e ancora di Keith Haring (sue “stelle guida”). Britto sceglie la strada della pubblicità, inaugurando la sua attività a New York. Nel 1989 raggiunge il successo con l’incarico di disegnare l’etichetta dell’absolut Vodka. Da questo momento inizia a ricevere altre commissioni, Disney, Evian, Campari e Ford. L’eclettico artista realizza inoltre ritratti, crea gadgets, borse, valigie, che vengono poi venduti nei negozi che portano il suo nome. Ormai è un apprezzatissimo “brand” dell’arte contemporanea dallo stile semplice e coloratissimo che riesce a trasmettere gioia, intento voluto che l’artista esplicitamente dichiara :”la felicità è un dovere morale…se la missione dell’arte è di rendere migliore la vita degli uomini, le mie creazioni sono gli allegri veicoli per diffondere il bella e la gioia nel mondo”.

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