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aurea apprehensio
L'opera si condensa in un libro di dodici fotografie, scandito
da quattro parole. Il titolo: "aurea apprehensio" come un
ponte ci conduce sul percorso inferiore alchemico verso la
conoscenza di sé.
Il realismo della rappresentazione figurativa, la testimonianza
fotografica traspare in molti punti dalla sovrapposizone di
sabbie e colori astratti, ottenuti dipingendo e disponendo
polveri su pellicola e per trasposizioni digitali, con coerenza
al concetto e al mezzo.
La sequenza ordinata raccoglie una vasta gamma di sfaccettature
in un tutto differenziato, una immagine di ricerca artistica
persuasiva per l'oggi. Non vi sono settori fra pittura, installazione,
fotografia, film. video, immagini digitali e virtuali, tutti
i mezzi vecchi e nuovi fanno parte di una storia dell'immagine.
Il luogo autentico dell'opera d'arte è nel cuore dell'uomo.
Scienze umane, materia e luce compongono pagine di immagini
metaforiche, ma quando una figura è riconoscibile, pretende
di essere guardata, immediatamente prevale, relega a ruolo
di sfondo ogni altra configurazione: in questo caso vediamo
un animale, un cane, l'amatissima Lady. Dalla prima all'ultima
sequenza passa del tempo, registrato nella mimica e nel modo
di comportarsi Lady, cagnetta giovane, corre irresistibilmente,
gioca senza dolore, seguirla vuoi dire accedere alla libertà,
alla vita, nella saggezza degli animali che sono ancora nella
logica della natura, ci pone di fronte alla soglia del mistero
della morte e della vita. La sua devozione comunica una esperienza
lunare femminile, oscura, sotterranea: nigredo, mentre incomincia
l'ombra come mistero, futuro, macchia e anche dolore.
Una parola: albedo, fa appello alla comprensione dell'impercettibile
passaggio ad un tempo intermedio. Come mutano gli stati d'animo,
così mutano anche le corrispondenze spaziali. C'è più colore,
sulla sabbia in riva al mare l'oro del sole si fonde nell'acqua
- che richiama il tema femminile - ed insieme, con il proiettare
e riflettere, ricreano moltipllcata la figura del soggetto
e la dissolvono in gioco d'illusioni senza fine. La terza
fase, xànthosis, rappresenta la figura che entra nella macchia,
nel mistero, mostra Lady come un guardiano nella notte stagliata
in un fondo blu turchese sul sagrato di una chiesa, e sdraiata
nel sole davanti all'atelier: il suo profilo si sotterma e
punta, a destra e a sinistra, guarda e interroga.
Un ulteriore passaggio, la fosis, ed afferriamo la figura
al di là, nel buco di uno schermno tutto di macchie verdi.
Solo ora, che è oltre, dall'altra parte, ne incontriamo lo
sguardo, ci avviciniamo al suo essere.
E infine lei guarda in un'arena, girata all'indietro, come
se guardasse indietro alla vita. E' già come, ombra, in bianco
e nero: il dio Anubi. Anche gli antichi usavano la simbologia
degli animali. Detto in metafora: quando guardi indietro sei
ombra, tu non ci sei più, il ciclo ideale giunge al termine.
Evidentemente il discorso personale artistico svolge il concetto
dell'uomo, pone un richiamo umano, ma partendo concretamente
dal cane, che ha significato devozione, condivisione, nell'atelier
e nel bosco, sulla strada e sulla spiaggia, sempre al seguito.
Per la base fotografica di questa narrazione l'artista ha
scelto fra tantissime foto semplici, scattate in dieci anni
senza pretese fotografiche, ma per vedere, cogliere gli atteggiamenti.
E' lo scenario in cui l'amore induce doppie dimensioni, contenuto
intcriore. Dall'individuo all'universo, conoscenza di bellezza
e significato, valore simbolico, rito. L'aurea apprehensio
(la conoscenza aurea) ha due condizioni: l'amore e la ricerca,
e il fine è spirituale.
Pierina Rizzardi
CELESTINA AVANZINI
E' nata a Parma il 26 novembre 1947; laureata in sociologia,
si dedica giovanissima alla narrativa e alla poesia; nel 1963
soggiorna a Parigi dove inizia a dipingere, formandosi a Firenze
in figura e grafica con insegnanti dell'Accademia di Belle
Arti.
Dal 1979 espone con continuità ottenendo riconoscimenti nazionali
e intemazionali per scultura, pittura e grafica sperimentale.
Pubblica racconti e poesie.
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